Principi

PROGRAMMA  SINTETICO  RETE  UNIVERSALE

Ogni associazione o movimento si pone obiettivi particolari; chi si occupa di ambiente, e anche in modo specializzato (inquinamento del mare o dell’aria, ecc), chi degli animali (evitare le sofferenze, o salvare questo o quell’animale in particolare), poi ci sono le organizzazioni umanitarie o di volontariato, i comitati in difesa del cittadino, ecc, ecc. Una cosa li accomuna, la diffidenza verso la politica, il non voler fare politica e il dichiararsi orgogliosi di ciò. Di fatto però, il loro è un lavoro politico, è la “vera” politica, che  è proprio quella che si occupa di organizzare la società per una migliore vita comunitaria. Quindi involontariamente suppliscono ai compiti che dovrebbero essere dello Stato, andando così a compensare le carenze e le magagne della politica attuale. In questo modo non permettono che il sistema mostri in modo chiaro e netto le sue incoerenze e che vengano smascherate le responsabilità. Altra loro caratteristica è la difficoltà ad unirsi e creare delle alleanze fra associazioni simili. Preferiscono restare autonomi per poter rimanere coerenti con le proprie idee e i loro obiettivi. Tutto ciò ovviamente non crea sinergie e non permette di crescere di numero e di diventare più forti contrattualmente. La causa è da ricercare nella mancanza di una visione globale, cioè la consapevolezza che la loro azione ed intenzione è  parte di un disegno globale che riguarda l’organizzazione e le regole tra gli esseri umani, e tra loro e il mondo, e che quindi va inserita in una più ampia azione di ricerca di un programma unico che renda coerenti e sinergiche queste iniziative.

In  questa ottica, il ruolo della Rete vuole essere quello di superare questi limiti, creando un programma basato su principi universali condivisibili da tutti, e attuare una rete sinergica fra le varie associazioni permettendo di mantenere la loro autonomia. La Rete quindi è anche un gruppo di studio permanente sui programmi politici, sulla politica intesa in senso nobile, ma conciliando anche le pressanti esigenze di fare azioni concrete e pertanto programmare strategie efficaci. La Rete è aperta al dialogo e ad ogni proposta e suggerimento; il programma pur avendo già una sua completezza è allo stesso tempo perfettibile insieme a tutte le persone di buona volontà;

Capisaldi della Rete sono il rispetto dell’identità e delle radici di ogni persona e di ogni popolo. La Rete ritiene che gli uomini sono tutti diversi e in questo risiede la loro uguaglianza, uguali nei diritti, diversi nei bisogni: ogni uomo ha gli stessi diritti di poter realizzare la sua unicità e diversità, la realizzazione di sè stesso, di essere rispettato, amato ed accettato per ciò che è. Pertanto la Rete ritiene che non esista un unico sistema politico ideale ed assoluto, come tendono a credere e a farci credere i partiti politici, bensì che possano e debbano esistere più sistemi e che quindi vada fatto un lavoro di costruzione di più programmi politici. Le basi teoriche a supporto di questa tesi potranno essere chieste direttamente al Presidente dell’associazione. Abbiamo previsto al momento cinque sistemi politici che andranno sviluppati. Però essendo l’attuazione complessa e implicando un lungo tempo, ho previsto un sistema che possa essere valido transitoriamente e che comunque già rappresenta uno dei cinque possibili sistemi, è il mio sistema personale comunque e quindi non condivisibile da tutti ma da accettare in quanto è il mio, e non deve essere valido per tutti, l’importante è che sia coerente nelle sue parti, in attuazione di uno dei principi universali successivamente illustrati.

Ogni progetto deve partire dal pensiero e dall’universale per andare verso la materia e il particolare, mentre l’azione, poi, deve partire dalla materia e dal particolare per andare verso lo spirito (cioè lo scopo)

Un programma politico che possa definirsi tale deve essere composto di tre parti principali: uno studio delle cause, una teoria ideale, e le strategie.

Ovviamente le cause derivano dal passato, quindi attraverso uno studio della storia, in tale chiave, sarà facile giungere a questo obiettivo. È solo conoscendo la causa della malattia che possiamo dare il rimedio. La politica di oggi vuole dare direttamente il rimedio senza conoscere la causa.

Nel futuro collochiamo il nostro programma ideale che ci permette di avere la direzione verso cui andare per arrivare alla meta nel più breve tempo possibile senza errori. Ideale che non sarà mai raggiunto in modo completo, ma parzialmente  sempre. L’ideale futuro comprende a sua volta tre parti: i principi fondanti, gli obiettivi,  l’organizzazione che permetta l’attuazione, il controllo, la tutela di tali obiettivi e principi.

Conoscendo le cause passate e lo scopo futuro possiamo individuare le strategie nel presente per rimuovere gli ostacoli e gli errori passati, per uscire da questa situazione e per andare in direzione futura. Quindi tutte le nostre azioni presenti sono fatte con la consapevolezza che ogni nostro intervento non è volto a norme transitorie, graduali, progressive (dal passato verso l’ideale futuro) affinché il cambiamento non procuri danni a nessuno. Tutto è transitorio fino a che non si arriva all’ ideale, quindi ad es, contributi alle famiglie numerose, ai poveri, alle giovani coppie, al volontariato, sono tutte norme transitorie in quanto in un sistema ideale sono problemi già risolti, che non esistono più.

CAUSE:

– La democrazia: il sistema elettorale non è garanzia di democrazia

– La costituzione italiana: è la più disattesa

– Il nostro sistema parlamentare: Forma di Stato e di governo. Separazione dei poteri (magistratura). Siamo sicuri che siano una garanzia di giustizia e imparzialità?

– Nessun partito ha un programma vero, coerente. Non ne hanno l’interesse. E sono convinti di avere la verità assoluta, che pertanto va imposta a tutti.

– Solo le persone di buona volontà  e capacità possono creare un programma coerente, ma non ne hanno la motivazione.

– L’adattabilità degli italiani (e tanto più dei meridionali) è un pregio che si trasforma in difetto.

In questo momento analizzeremo solo il primo.

Democrazia = potere al popolo.  E fin qui ci siamo. Poi però è l’attuazione di questo potere al popolo che non va bene, cioè che “la maggioranza decide e comanda”.   Così la minoranza deve subire per almeno una legislatura se va bene, altrimenti anche per sempre. Conseguenze: si è costretti a fare strategie ed alleanze per sperare di raggiungere la maggioranza. Inoltre nel momento in cui c’è convivenza tra governo ed opposizione è impossibile trovare una soluzione, perché si agisce per attaccare l’altro, di vederne il negativo perché il suo negativo diventa un merito per sé. Cioè c’è solo una critica distruttiva, non costruttiva. Infine, il governo comunque è costretto a scendere a compromessi con l’opposizione e quindi a non esprimersi completamente. Ma si sapeva che era un male minore in attesa quindi di una soluzione migliore, però poi ci si è dimenticati, non la si è più cercata in quanto nessuno ne aveva la motivazione o l’interesse a farlo.

E poi cosa si vuole intendere per “popolo”? Tutto il popolo? o solo una parte? La maggioranza, la minoranza, o ognuno individualmente? Popolo significa tutti. Ma far comandare tutti non è possibile. E allora? Si è trovato l’escamotage che governa la maggioranza, sapendo che fosse il male minore in attesa di trovare la soluzione. in seguito però ci si è dimenticati di ciò e quindi anche del problema, ritenendo così che questa fosse la soluzione migliore. Ma esiste un’unica interpretazione possibile, potere al popolo significa che ognuno deve governare su sé stesso, cioè per governo non si intende di avere potere sugli altri bensì su sé stessi, cioè essere liberi di autodeterminare il proprio destino e la propria realizzazione. Quindi il ruolo dello Stato dovrebbe essere solo quello di favorire e permettere ad ognuno di essere padrone e monarca di sé stesso. L’errore di fondo di ogni partito politico è stato, ed è, di credere di conoscere qual’è l’orgaanizzazione sociale ideale per tutti e che quindi questa  debba essere “imposta” a tutti. Allora il principio di partenza, che potremmo indicare come principio “zero”, dice che non esiste una scelta assoluta, bensì individuale, che pertanto ci porta al concetto di autonomia individuale e alla formulazione del primo principio:

1°)  “non imposizione”: nessuno deve imporre la sua volontà agli altri se non vuole che qualcuno la imponga a sé stesso. Ognuno ha ragione se non vuole imporre agli altri la sua ragione, la sua verità, i suoi desideri, il suo interesse. Anche l’idea migliore, se imposta è sbagliata per principio, in quanto è sbagliata nell’intenzione, nella motivazione che la anima: essa porta sempre al conflitto, una pace imposta porta alla guerra: esempio, la Chiesa fa bene ad esprimere la sua contrarietà all’eutanasia, ma non deve essere favorevole ad una legge che impedisca a tutti questa pratica, in tal caso viola il principio di non imposizione. Non bisogna porsi come scopo l’idea giusta bensì risolvere i conflitti. Cioè non bisogna affezionarsi all’idea, l’idea è un mezzo non uno scopo.

2°) “libertà” si concretizza nella libertà di scelta per sè stesso, cioè poter scegliere le esperienze più idonee per la propria crescita interiore. Ma  libertà è anche essere liberi dal giudizio di poter “essere” se stessi. l’importante è non “fare” del male: è il giudizio che ci uccide. Es, la legge sulla privacy: libertà che ognuno possa scegliere che sia applicata per sé stesso o no, perché se l’intento della legge è di difendere il cittadino, allora il cittadino dovrà avere la libertà di scegliere se farsi difendere o no, se quella legge lo difende o se invece lo svantaggia addirittura. Oppure il voto segreto, anche qui bisogna dare la possibilità di scegliere il voto non segreto per sé stesso. Ma libertà è anche libertà di scegliere di autolimitare la propria libertà attraverso dei patti preventivamente concordati tra le parti, e questo ci porta al successivo principio di responsabilità.

3°) non ci può essere libertà senza “responsabilità”, ognuno deve avere la responsabilità delle proprie azioni, cioè le conseguenze della sua propria scelta devono ricadere solo su di lui, nel bene e nel male. Solo se c’è responsabilità ci può essere libertà in quanto bisogna avere la possibilità di scegliere e rischiare secondo il proprio stile di vita senza essere giudicati, e questo può avvenire solo se i vantaggi o gli svantaggi futuri di questa scelta ricadranno solo su di lui, avendo così la possibilità di sperimentarsi e capire  ciò che è giusto per sé stesso. Solo diventando responsabili si può determinare una crescita interiore.

4°)  “coerenza”: per poter crescere ognuno deve avere la possibilità di vivere nel sistema che ritiene più coerente con sé stesso in quel momento, cioè nella fase evolutiva in cui si trova. lo Stato deve offrire ai suoi cittadini la possibilità di fare tale scelta. Ciò significa che si possono prevedere e creare più sistemi. Quindi esisterà un sistema generale che sono i principi universali della Rete e poi dei sottosistemi a cui ciascuno individuo potrà sentirsi più vicino. LA RETE QUINDI NON HA UN’IDEOLOGIA SUA, MA COORDINA LE VARIE IDEOLOGIE.

5°) ogni cambiamento deve avvenire con “gradualità e progressività”: nel passaggio da un sistema ad un altro, da un obiettivo ad un altro, da una tappa alla successiva altrimenti si crea maggiore incoerenza e quindi maggiore ingiustizia. Cioè ci vuole una visione globale nell’apportare qualsiasi modifica.

P.S.: Il programma completo si può visionare presso la sede dell’associazione.

5 commenti

  • ivanbeagle

    Ciao Pasquale complimenti per il tuo programma politico, in bocca al lupo e auguri!

  • rori

    Bellissimo articolo. bellissimo programma. Realizzabile?

    • Pasquale

      ciao Renata, il programma è volutmente sintetico e basato su principi teorici da cui bisogna sempre partire affinchè ci diano una direzione. Successivamente ci deve essere la parte attuativa, che in questo momento storico è la più difficile perchè il istema è riuscito nel suo intento di disgregare il popolo. Siamo in ritardo, però qualcosa si può sempre fare cominciando con piccoli gruppi di solidarità, o forse è meglio dire, di alleanza e complicità, perchè ormai possiamo solo cercare di difenderci, e soprattutto chi ha capito deve difendersi, perchè se muore lui morirà anche l’umanità. Vai a vedere la pagina “strategia” dovrebbe darti qualche indicazione maggiore e anche su “progetti” c’è il progetto di moneta locale che ormai è stato completato e puà partire, puoi registrarti. Poi magari possiamo anche sentirci personalmente per se vuoi dettagli maggiori e cominciare fattivmente.

  • rori

    Bellissimo articolo. Bellissimo programma, Realizzabile?

  • Carlo Antonello

    Riteniamo di essere in linea con il Vostro Programma.
    Potreste valutare la possibilità di sinergie?
    Come vedete dal sito : http://www.cittadini-volontari.it/420622668 (questa e una delle pagine) Noi partiamo da tante considerazioni perché le sfaccettature dei problemi che intendiamo cercare di risolvere sono molteplici. ma sintetizziamo il nostro impegno su quanto si auspica la costituzione italiana nel suo 4° ART. :La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
    Cordialmente Carlo Antonello 3356880161

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